Roberto Perotti    IGIER - Università Bocconi



1. La Camera costa quasi due volte e mezzo i Comuni



 



Questo primo articolo  prende in considerazione  la Camera dei Deputati. La Tabella 1  mostra la spesa (media dell 2011 e 2012) della Camera dei Deputati e della House of Commons britannica. Quest’ ultima costituisce un termine di paragone ideale perché ha all’ incirca lo stesso numero di parlamentari (650 contro 630);  inoltre  la Gran Bretagna ha popolazione, Pil, e Pil pro capite molto simili all’ Italia, e pochio negherebbero che sia  una democrazia funzionante.  


 

LA SPESA PER INDENNITA’ AI DEPUTATI E’ DUE VOLTE E MEZZO QUELLA BRITANNICA

 

La riga 1 fornisce il totale della spesa della Camera e dei Comuni, al netto delle tasse pagate e delle entrate non da  trasferimenti statali: questo è il dato rilevante per stabilire il costo che grava sul contribuente. I Comuni costano circa 450
milioni l’ anno; la Camera quasi 1 miliardo e 100 milioni, circa due volte e mezzo. Anche escludendo i rimborsi elettorali ai
partiti (che figurano sui bilanci di Camera e Senato ma riguardano tutte le elezioni, e variano molto da un anno all’ altro) la Camera costa circa 2.2 volte i Comuni (riga 2).  


Con  una eccezione, ogni voce costa di più (e alcune enormemente di più) alla Camera che ai Comuni. La “Remunerazione dei
deputati” (riga 3) comprende le indennità e i rimborsi a forfait (pari a 0 nei Commons), che altro non sono che un reddito non tassato. Questa voce rappresenta dunque il reddito che i parlamentari “mettono in tasca”, indipendentemente dalle spese che sostengono. In totale, sono 119 milioni, circa 188.000 euro per deputato. Ai Comuni sono 51 milioni, meno della metà.


 

L’ unica voce che è più alta nei Comuni sono i rimborsi da documentare. La differenza è dovuta interamente ad una voce, la spesa per il rimborso delle spese parlamentari, che in Gran Bretagna include le spese per l’ affitto dell’ ufficio del parlamentare
nella sua circoscrizione e per il suo staff. Queste spese in Italia sono in gran parte coperte dai contributi ai gruppi   parlamentari, che in Gran Bretagna sono inesistenti, dalla spesa per locazione degli uffici (il Parlamento italiano assicura ad ogni deputato un ufficio in o vicino a Montecitorio) e da una miriade di voci di spesa e di sussidi impliciti. Per esempio, la libera circolazione dei deputati su tutti i mezzi di trasporto  possibili e immaginabili (per il 2013 la voce “trasporti”  sul bilancio della Camera è di 14 milioni) o il servizio di ristorazione interno (5 milioni).


 

Alla Camera, la spesa per pensioni dei deputati – 131 milioni -  eccede la spesa per remunerazioni, ed è  5 volte superiore a quella britannica. L’ abolizione del vitalizio e il passaggio al sistema contributivo pro-rata cambierà leggermente le cose,
ma molto lentamente perché chi ha maturato il diritto al vitalizio al 31 dicembre 2011 lo manterrà inalterato.   


La Camera spende oltre 300 milioni di euro per le remunerazioni del personale, e 200 per le pensioni, rispettivamente 3 e 15 (!) volte quello che spendono i Comuni. Nel 2012, questi ultimi avevano 1045 pensionati, con una pensione media di sole 9119 sterline (circa 10.700 euro).

Gli acquisti di beni e servizi sono comparabili: 139 milioni contro 122 milioni. La Camera spende 35 milioni in contributi ai gruppi parlamentari, sconosciuti in Gran Bretagna, e 107 milioni di finanziamenti ai partiti, contro i circa 8 milioni di “Short Money” inglese destinata ai partiti di opposizione.


 

RISPARMIARE 400 MILIONI E’ POSSIBILE


Cosa ci dice tutto questo? Risparmiare , e molto, è perfettamente possibile. La Tabella 2 avanza una serie di proposte  realistiche e realizzabili, che permeterebbero di risparmiare circa  400 milioni, e ci lascerebbe ancora con una Camera più costosa dell’ omologa britannica.  Il costo sociale di questo risparmio sarebbe praticamente nullo: si tratterebe
di ridurre la spesa per indennità e pensioni ai parlamentari, che rimarrebbero comunque superiori a quelle dei loro omologhi britannici, e le remunerazioni e pensioni dei dipendenti, che ora sono  assurdamente fuori mercato. Nessuno verrebbe licenziato o ridotto in povertà.

 

E si noti che questa è probabilmente una sottostima dei risparmi possibili, perché come vedremo nella prossima puntata le spese della Camera aumenteranno ulteriormente nel 2013, di oltre  il 10 percento.

 

Tabella 1: La Camera italiana e i Comuni britannici

 

 

 

CAMERA

2011-12

COMMONS

2011-12

RAPPORTO

CAMERA /

COMMONS

1. SPESA TOTALE

1.077

447

2.41

2. SPESA TOTALE AL NETTO DEI RIMBORSI AI PARTITI

970

439

2.21

3. DEPUTATI: REMUNERAZIONE

119

51

2.31

4. DEPUTATI: RIMBORSI SPESE DOCUMENTATE

33

126

0.26

5. DEPUTATI CESSATI DAL MANDATO

131

25

5.27

6. PERSONALE IN ATTIVITA’

301

97

3.03

7. PERSONALE IN QUIESCENZA

207

14

15.20

8. CONTRIBUTI GRUPPI PARLAMENTARI

35

0

 

9. ACQUISTO DI BENI E SERVIZI E ALTRE SPESE

139

122

1.14

10. SPESE IN CONTO CAPITALE

26

16

1.65

11. RIMBORSI AI PARTITI

107

8

13.51

12. ENTRATE NON DA TRASFERIMENTI STATALI

-20

-14

 


Fonti: vd. documenti e tabelle sul mio sito web.


Note:

1. Dati in milioni di euro, arrotondati al milione più vicino

2. I dati britannici sono convertiti in Euro usando il tasso di cambio corretto per la parità di potere d’ acquisto

3. In entrambi i paesi la spesa totale è sempre al netto delle tasse pagate dalla Camera e delle entrate non da trasferimenti statali

4. In entrambi i paesi la remunerazione dei deputati (indennità etc.) è al lordo delle tasse pagate dai deputati

5. In entrambi i paesi il dato dei rimborsi spese ai deputati include i contributi pagati dallo Stato

 



Tabella 2. Risparmi possibili



 

 

Risparmio

Riduzione a 500 del numero dei parlamentari e del 30% delle indennità per parlamentare

53

Riduzione immediata del 30% dei vitalizi

39a

Riduzione del 30 % delle retribuzioni più alte (oltre 10 anni di carriera)

60a

Riduzione corrispondente dei contributi previdenziali e assicurativi

10

Riduzione immediata del 30% delle pensioni

62a

Abolizione dei rimborsi ai deputati e dei contributi ai gruppi parlamentari, introducendo un sistema di rimborsi per le spese di esercizio del mandato del tipo inglese

35+32+12-87 = -8b

Abolizione dei rimborsi ai partiti

106

Dimezzamento della spesa per locazioni

15

Riduzione del 40% della spesa in conto capitale

13

Riduzione del 30% spesa per acquisto di beni e servizi

42

Totale

392


Fonti: vd. documenti e tabelle sul mio sito web.


Note:

a: Da legiferare in modo da superare l’ opposizione della Corte Costituzionale

b: Questa proposta eliminerebbe il sistema di rimborsi e le spese di trasporto (in Acquisto di beni e servizi) e le sostituirebbe con un livello di rimborsi pari a quello britannico, di €109mn, ridotto del 20 percento per tenere conto della diminuzione del numero di parlamentari.