Spendere meno si può
Piemonte e Veneto, così si esagera
Roberto Perotti
6 Dicembre 2013
Nel dicembre 2012 il governo Monti tentò di
porre un limite alle spese della politica regionale.
Incredibilmente, alcune regioni ne approfittarono per aumentare gli
emolumenti totali dei loro consiglieri .Con un trucco semplice ed
efficace, ma molto ben nascosto.
Nel dicembre 2012 il governo Monti impose un tetto alla remunerazione dei consiglieri regionali: la somma di indennità, diarie e rimborsi a forfait non avrebbe dovuto superare gli 11.100 euro lordi mensili per un consigliere senza altre cariche. Incredibilmente, alcuni consigli regionali sono riusciti a cogliere l’ occasione per aumentare gli emolumenti netti ai propri consiglieri.
A posteriori, il trucco è di una semplicità
disarmante: si riduce l’ emolumento totale, in modo che
non superi gli 11.100 euro. Ma si riduce di molto l’
indennità, che è tassabile, e si aumenta la
diaria, che è un rimborso a forfait, quindi di fatto un reddito
non tassabile. Al netto delle tasse, ora un
consigliere guadagna di più.
La prima tabella illustra quello che è successo in
Piemonte (i dettagli dei calcoli si possono
trovare sul mio sito web). La
colonna 1 mostra le componenti del reddito di un consigliere senza
altri incarichi e abitante nel capolugo, prima della riforma
Monti: 9948 di indennità lorda e 2402 di rimborsi a forfait.
Il totale, 12350 euro, eccedeva il nuovo limite. Con una
legge di fine 2012, il Consiglio regionale ha quindi ridotto l’
indennità a 6.600 euro, ma ha aumentato il rimborso forfetario a
4.500. Il totale è ora esattamente di 11.100 euro . Ma poichè le
tasse totali sono diminuite, al netto delle tasse un
consigliere ora guadagna più di prima. Quanto
esattamente dipende da quante sedute perde il consigliere, perché
prima c’era un gettone per ogni presenza e ora c’è una
penalizzazione per ogni assenza: la tabella mostra il reddito netto
se si è presenti a tutte le sedute, in media 7 al mese, o si
perdono 4 sedute (la media per i consiglieri regionali piemontesi
nel 2011).
Si noti che per ora non cambia neanche la
pensione, perché l’ abolizione del vitalizio scatterà
dalla prossima legislatura, a
partire dal 2015 (colonna 3). C’è solo una riduzione dell’
indennità di fine mandato, una specie di TFR dei consiglieri. I
consiglieri eletti dal 2015 in poi avranno diritto a una pensione
con interamente il contributivo. Assumendo un contributo del
consigliere dell’ 8.8 percento e della Regione del 18.2 percento,
come alla Camera, e una rivalutazione del montante del 2 percento
all’ anno, la pensione diminuirà drasticamente
(nella tabella ipotizzo che il consigliere vada in pensione a 65
anni). Il
reddito netto percepito dal consigliere aumenterà però
ulteriormente, perché si riduce la trattenuta per il
vitalizio (ora pensione).
Una cosa simile, e per certi aspetti ancora più
interessante, è avvenuta in Veneto
(Tabella 2). Qui una legge regionale del
gennaio 2012 aveva abolito un rimborso forfetario di quasi 2000
euro (colonna 2). Il reddito lordo di un consigliere nel 2012 era
quindi di 10.309 euro. Nel dicembre 2012 il Consiglio regionale
decide quindi di aumentare la retribuzione
lorda e di portarla
al tetto massimo consentito dalla riforma Monti, 11.100 euro
(colonna 3). Non solo, ma allo stesso tempo, come in
Piemonte, riduce l’ indennità e aumenta la diaria: 6.600 e
4.500 euro rispettivamente. Non pago, il Consiglio regionale
riduce anche la penalità per le assenze: prima era
di 1/15 della diaria, cioè 173 euro per assenza. Poiché però ora la
diaria è aumentata, mantenendo la stessa regola la penalità
sarebbe quasi raddoppiata, a 300 euro. Così il consiglio
stabilisce che la penalità per le assenze venga ridotta a
40 euro.
Risultato: non solo il reddito netto è aumentato nel 2013 rispetto al 2012 (confronta la colonna 3 con la colonna 2), ma è aumentato anche rispetto al 2011 quando c’era ancora il rimborso spese a forfait di quasi 2000 euro e il reddito lordo totale era di 12.111 euro (confronta la colonna 3 con la colonna 1).L’ aumento rispetto al 2011 c’è solo però nel caso ci si assenti 3 volte, proprio grazie alla riduzione della penalità per l’ assenza. Ed anche in questo caso, fino alla prossima legislatura vitalizi e indennità di fine mandato non cambiano.
Non escludo che vi siano altre regioni in cui è avvenuto ciò che è avvenuto in Piemonte e Veneto. In alcune le informazioni online sono lacunose. In altre la remunerazione netta dei consiglieri è sicuramente scesa ma questo non significa necessariamente che queste regioni siano più virtuose di Piemonte e Veneto. In Campania, Lazio, Lombardia e Sardegna, per esempio, ma il motivo non è necessariamente nobile: queste regioni erano cosi generose prima (cioè, il reddito lorda era così superiore a 11.100 euro) che, anche se avessero voluto, non avrebbero avuto margini per aggirare le nuove norme.
VENETO |
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2011 |
2012 |
2013 |
Dalla prossima legislatura |
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(1) |
(2) |
(3) |
(4) |
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Indennità di carica |
7607 |
7607 |
6600 |
6600 |
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(tratt. indennità |
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(tratt. vitalizio) |
-1472 |
-1472 |
-1299 |
-581 |
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(rit. IRPEF) |
-2702 |
-2702 |
-2269 |
-2269 |
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(rit. addiz. regionale) |
-94 |
-94 |
-81 |
-81 |
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Diaria |
2602 |
2602 |
4500 |
4500 |
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Rimborso forfetario |
1902 |
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Netto con 4 assenze |
7150 |
5342 |
7291 |
8009 |
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Netto con 0 assenze |
7844 |
5942 |
7451 |
8169 |
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Indennità fine mandato |
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5 anni di mandato |
30429 |
28908 |
28908 |
0 |
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10 anni di mandato |
60859 |
57816 |
57816 |
0 |
|
|
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Vitalizio / pensione |
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|
5 anni di mandato |
1734 |
1734 |
1734 |
637 |
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10 anni di mandato |
2891 |
2891 |
2891 |
1340 |
Fonte e documentazione: vd. il mio sito web